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«Questa canzone non è al momento disponibile»: il caso META-SIAE nelle parole degli utenti su Instagram, Facebook, Twitter e Tik Tok

A due settimane dall’annuncio di Meta di non aver raggiunto l’accordo con Siae, la Società Italiana degli Autori ed Editori, il Data Lab Quaerys ha esplorato le reazioni all’annuncio di Meta su Instagram, Facebook, Twitter e Tik Tok. Abbiamo sottoposto ad analisi statistica computerizzata 40.000 contenuti prodotti dagli utenti sui social networks in merito alla rimozione della musica presente nelle library sui social di Meta e alle relative conseguenze su reel, stories e video su Instagram e su Facebook.  

La produzione di contenuti su Instagram, Facebook e Twitter dall’annuncio della trattativa Meta-SIAE​

Dal 16 di marzo, data del primo contenuto di divulgazione prodotto in relazione all’accordo Meta-SIAE, la produzione di contenuti ha avuto un andamento altalenante, fortemente influenzato dall’evoluzione delle trattative e dalle conseguenze della rimozione dei brani protetti da copyright da parte di Meta. Tuttavia, la produzione di contenuti sul tema Meta-Siae non ha mai prodotto un picco superiore alla data dell’annuncio nelle giornate successive.

Entriamo nel merito dell’analisi del social buzz scatenato dal braccio di ferro Meta-Siae anticipando che l’argomento ha catturato in pochissimi giorni l’attenzione di due gruppi di utenti: semplici cittadini e giudici del web e addetti ai lavori, ovvero professionisti della comunicazione digitale, social media manager, digital strategist e content creator. 

Quali sono i temi più affrontati nel dibattito social sul caso Meta-SIAE?

  • I danni economici del mancato accordo Meta-SIAE
  • La ricerca del colpevole e la mancata trasparenza di Meta
  • Oltre alla musica, si perdono le parole dei content creator
  • Il blocco della musica italiana farà la fortuna di Tik Tok?

I danni economici del mancato accordo Meta-SIAE

Il blocco della library delle canzoni degli artisti gestiti da Siae genera un problema per l’industria discografica, che da Facebook e Instagram nel 2022 ha guadagnato circa 20 milioni. Questo è il primo argomento di discussione online, confermato dalle maggiori frequenze di occorrenza dei termini artisti, social, diritti e brani.

Le ragioni avanzate da SIAE rispetto alla scelta di non rinnovare il contratto con Meta, si ancorano al comunicato stampa che rinnova il suo impegno nella tutela degli artisti, ma analizzando i termini più frequentemente associati alla parola «artisti» la percezione degli utenti è assolutamente differente. Siae viene accusata di ledere alla visibilità degli artisti, soprattutto emergenti e poco conosciuti, in quanto la rimozione dei brani presenti nella libreria dei social network Meta ne impedisce la condivisione – e quindi la promozione – da parte degli utenti. Il mancato accordo Meta-SIAE viene valutato come un danno per l’intera industria della musica italiana, che si ritroverà esclusa dal meccanismo di promozione sui social media a livello internazionale. L’azione SIAE non convince l’80% degli utenti: la Siae viene paragonata alla metastasi dell’Italia, alla mafia o, ancora, alla figura dello strozzino, all’interno di conversazioni dal sentiment decisamente negativo.  Al centro di questi frammenti spicca il nome di Mogol, presidente SIAE, il quale ha preso posizione dichiarando di aver agito nell’interesse degli artisti e dei loro diritti, ma anche in questo caso, il pubblico social accusa Siae di aver prediletto il profitto aziendale alla crescita dei lavoratori del mondo della musica.

«Siete dei dinosauri senza vergogna. Non avete mai fatto gli interessi degli artisti e adesso non date neanche più la possibilità agli artisti emergenti di autopromuoversi.»
Instagram
Data
16.03.2023
«Non mi sorprende che la Siae non abbia trovato un accordo economico. Avranno chiesto una cifra folle come già fanno per concedere la licenza di visualizzazione delle partite o la possibilità di offrire musica dal vivo nei locali. Se in più ci mettiamo che i prezzi non sono nazionali ma dipendono dalle varie sedi locali dell'agenzia, il minestrone di schifosa avidità è fatta.»
Instagram
Data
17.03.2023

La ricerca del colpevole e la mancata trasparenza di Meta

L’attenzione si sposta sull’altra protagonista della storia: Meta non trova consenso nel gruppo di conversazioni riconducibili ai detrattori degli schemi dei social network.

Il giudizio social si concentra sul rifiuto di Meta di fornire insights e dati utili a quantificare in modo puntuale i ricavi, a cui SIAE si è appellata in ragione della nuova direttiva Copyright dell’Unione europea.  

 

«L’innovazione non è Meta, l'innovazione è internet. L'innovazione non sono i social, l'innovazione è la condivisione in tempo reale, i social sono solo uno degli strumenti con cui si può fare condivisione. A mio parere il più patetico. Chi pensa di vivere in un mondo diverso da quello degli anni 90 perché ora ci sono i social, bene vi do una notizia: è internet che ha cambiato il mondo, i social sono una piccolissima parte, quella di cui si potrebbe pure fare a meno.»
Data
17.03.2023

Una questione di soldi e di trasparenza, commentano quindi gli utenti più reticenti verso lo sviluppo delle piattaforme di social network e dell’economia del web. Sebbene questo cluster caratterizzi il 20-25% del totale degli estratti, in questi testi la sentenza di condanna vira verso Meta e Zuckerberg che, dall’alto dei propri ricavi vogliono risparmiare proprio sulla musica italiana, e SIAE, dall’altro lato, a prescindere dai suoi vizi di sistema, sta combattendo la battaglia per i suoi iscritti difendendone i diritti.   

«Soprattutto con il discorso intelligenze artificiali che prendono piede, penso che a sto giro SIAE abbia salvato il c**o al copyright italiano. Non vendi a livello estero a causa del brano non pubblicato in meta? Quindi trovi intelligente che l’artista italiano e il copyright, vengano trattati a c***o per preservare la finestra sul mondo? E per cosa poi? Pensate in lungimiranza, prima di scrivere ste assurdità»
Data
18.03.2023

Oltre alla musica, si perdono le parole dei content creator

 

Il popolo del web si divide in merito alla rimozione dei brani musicali protetti da copyright e occorre quindi porre il problema su due diversi piani: quello del lavoro di creators, professionisti della comunicazione digitale e aziende e quello della quotidianità degli utenti comuni del web.

«Influencer, blogger e content creator, manco esistono in italiano, esattamente come, per me, questi pagliacci moderni. Figuriamoci quanto me ne può fregare dei danni che ricevono.»
Data
20.03.2023
«Il problema è più ampio e commenti come il tuo evidenziano come la gente non capisca il danno che ne deriva. Contenuti di tutti i tipi (compresi informativi, divulgativi, etc…) sono stati silenziati. Perché c’era musica in sottofondo o per errore. Io gestisco pagine di festival scientifici e ho avuto un danno ENORME. Come la mettiamo?»
Instagram
Data
21.03.2023

Lo spazio del problema viene articolato da parte di creators e professionisti della comunicazione digitale in testi dal sentiment fortemente negativo: anni e anni di lavoro silenziati a causa del mancato accordo tra le parti ed è proprio all’interno di questi testi che SIAE diviene l’indiscussa responsabile del danno, mentre dice di essere dalla parte di chi crea.  Spicca in questo cluster di testi una scarsa conoscenza delle nuove professioni e una limitata capacità di riconoscere il ruolo del content creator come professione divulgativa e di intrattenimento, scindendola dall’influencer.

Professionisti e addetti alla comunicazione digitale puntano il dito verso SIAE e verso le istituzioni rammentando che l’Italia è l’unico paese a non aver trovato un accordo e che nessuno ha preso in considerazioni la tutela dei loro diritti, rispetto ai contenuti da loro creati.  

Le fazioni si dividono nettamente: creators e professionisti si scambiano informazioni e aiuto per limitare i danni alla loro comunicazione, mentre spiegano le loro motivazioni ai non addetti ai lavori, che ironizzano sulla banalità delle loro professioni.

Il blocco della musica italiana farà la fortuna di Tik Tok?

Il blocco della musica italiana e la limitazione delle funzionalità (e dell’appeal) di Instagram lascia con l’amaro in bocca il 70% degli utenti che hanno preso parte alle conversazioni analizzate e a trarne vantaggio, stando alle discussioni in rete, potrebbe essere proprio TikTok che invece continua a mantenere l’accordo con SIAE. La musica viene descritta come la miglior caratteristica della piattaforma, che perderebbe quindi il suo fattore differenziante ora che i brani soggetti a copyright sono stati rimossi dalla library disponibile. Tik Tok si configurerebbe quindi come la migliore soluzione anche per gli artisti italiani, soprattutto quelli emergenti in cerca di visibilità, per avvicinare i fan alla propria musica.

La fine di facebook e il declino di Instagram le hit ormai si fanno con i real e anche chi produce musica tenderà a pubblicare su tiktok
Data
16.03.2023
«Che idioti quelli di meta, poi si lamentano della crescita di tiktok e chiedono di bannarlo»
Instagram
Data
21.03.2023

Se i giudici del web scagionano Meta e colpevolizzano SIAE, i primissimi articoli di ieri mattina ci mettono a conoscenza dell’ennesimo colpo di scena: l’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti della società di Mark Zuckerberg per presunto abuso di dipendenza economica e indebita interruzione delle trattative per la stipula della licenza d’uso.

I nuovi aggiornamenti potranno ribaltare le opinioni degli utenti italiani e rendere nuovamente disponibile la musica italiana? Noi restiamo in ascolto con i nostri tool di monitoraggio e i nostri algoritmi di analisi semantica, tu resta aggiornato!

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